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La Sostenibilità aziendale nei tempi della Big Resignation

La Sostenibilità aziendale nei tempi della Big Resignation

Quanto costa perdere un collaboratore?

Viviamo tempi in cui la difficoltà di reperire risorse competenti sul mercato è decisamente aumentata. Contemporaneamente, si registra un incremento sensibile della mobilità della forza lavoro in confronto alla situazione pre-pandemica (+30% le dimissioni volontarie rispetto al 2019 secondo l’Istat).

È quindi diventata sempre più importante la capacità dell’azienda di fidelizzare le risorse chiave, per garantirsi un futuro sostenibile.

Ormai le aziende per prosperare, non possono basare la loro sostenibilità solamente economicamente, ma devono essere sostenibili anche dal punto di vista ambientale e sociale.

Si parla di sostenibilità sociale come dello “sviluppo che soddisfa le necessità del presente, senza compromettere la capacità delle prossime generazioni di fare lo stesso” (definizione della Commissione Europea)

Nella pratica, sostenibilità sociale significa intraprendere azioni utili per consolidare diritti economici, politici, socioculturali, equità tra individui che popolano i territori interessati dall’azione di chi intende perseguire tali obiettivi. Il principio da cui tutto parte è quindi la possibilità di far esprimere tutti allo stesso livello, non limitando altri per un desiderio individuale.

Se andiamo nello specifico della gestione delle Risorse Umane, l’azienda sostenibile è quella che riesce ad interagire con le persone che lavorano e collaborano con essa affinché ci sia un reciproco benestare (in senso ampio e profondo).

Questo fattore è stato largamente sottovalutato fino all’avvento della recente pandemia dove, a causa delle nuove modalità lavorative che sono state, gioco forze, introdotte, i collaboratori in alcune aziende hanno iniziato a prendere coscienza del loro malessere e a rimettere in discussione alcuni parametri relazionali.

Ovviamente, sia la sostenibilità sociale che quella ambientale hanno un impatto diretto sulla sostenibilità economica. Così come il rispetto dell’ambiente, ad esempio consumando meno energia, si riflette in minori costi per l’azienda, anche il benessere delle risorse umane si riflette nella capacità aziendale di trattenere le persone migliori.

Ci siamo mai chiesti però quanto costa perdere un dipendente? Ecco un elenco delle voci di costo da affrontare nel caso in cui ci trovassimo difronte alle dimissioni di una nostra risorsa interna, senza la loro quantificazione economica perché di difficile calcolo e comunque diversa caso per caso:

  • Mancata produttività:
    • Dell’attuale risorsa e dell’azienda durante il periodo di preavviso
    • Durante l’eventuale assenza di risorse nel periodo di transizione
    • Durante l’inserimento della nuova risorsa fino al raggiungimento della produttività dell’ex collega
  • Costi reclutamento:
    • Personale interno che si occupa del reclutamento e della selezione
    • Annunci
    • Incarico a società di selezione
  • Costi inserimento
    • Corsi di formazione
    • Visite mediche
    • Eventuali DPI, divise, … nel caso di personale operativo
    • Strumenti di lavoro e benefits nel caso di professionisti, quadri o dirigenti
    • Affiancamenti e training on the job di risorse interne
  • Riorganizzazione flussi e soft skills
  • Reputazione
  • Retribuzione più alta
  • Costi per eventuale buona uscita (se necessario)

A fronte di costi interni potenzialmente bassi:

  • Attenzione ed ascolto delle persone e dei loro bisogni ed agire a loro supporto
  • Welfare
  • Flessibilità
  • Miglioramento dell’ambiente di lavoro
  • Incrementi salariali

Teniamo presente che la soluzione più costosa, gli incrementi salariali, se non viene attuata assieme ad altre azioni, rischia di essere un palliativo costoso e poco risolutivo. Infatti, le statistiche dicono che l’effetto dell’aumento dello stipendio finisce entro sei mesi dalla sua adozione.

Fatta salva quindi la componente fisiologica legata al ricambio in azienda, appare chiaro che l’impatto del turnover è decisamente più ampio economicamente, socialmente e culturalmente rispetto agli accorgimenti che possono essere messi in atto per trattenere le risorse in azienda.